Il GSE ha annunciato la chiusura definitiva del regime di Scambio sul Posto (SSP), fissando due date chiave che segneranno un passaggio importante per il settore fotovoltaico in Italia:
26 settembre 2025: termine ultimo per la presentazione di nuove richieste SSP;
29 maggio 2025: data entro la quale gli impianti devono essere entrati in esercizio per poter accedere alla convenzione.
Questo significa che, dopo oltre un decennio di applicazione, lo strumento che ha consentito a migliaia di famiglie e piccoli produttori di compensare l’energia immessa e prelevata dalla rete si avvia alla conclusione.
Il servizio di Scambio sul Posto era una particolare forma di autoconsumo in sito che consente di compensare l’energia elettrica prodotta e immessa in rete in un certo momento con quella prelevata e consumata in un momento differente da quello in cui avviene la produzione.
Nello Scambio sul Posto si utilizzava, quindi, il sistema elettrico quale strumento per l’immagazzinamento virtuale dell’energia elettrica prodotta ma non contestualmente autoconsumata.
Condizione necessaria per l’erogazione del servizio era la presenza di impianti per il consumo e per la produzione di energia elettrica sottesi a un unico punto di connessione con la rete pubblica.
Perché finisce lo SSP?
Lo Scambio sul Posto era nato come misura ponte, in una fase in cui l’autoconsumo domestico e le comunità energetiche non erano ancora maturi. Oggi, con l’entrata in scena delle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) e con nuove forme di valorizzazione diretta dell’energia prodotta, il modello SSP viene considerato superato e sostituito da strumenti più aderenti al mercato e agli obiettivi di transizione energetica.
Cosa succede agli impianti già in SSP
Le convenzioni in corso continueranno a valere fino a scadenza naturale (15 anni). Chi ha già maturato il periodo massimo non potrà rinnovare, ma riceverà la liquidazione delle eventuali eccedenze.
Le alternative al posto dello SSP
Per chi installerà un impianto fotovoltaico dopo le date fissate dal GSE, le opzioni saranno:
Ritiro Dedicato: il GSE ritira e remunera l’energia immessa in rete a tariffe definite.
Vendita sul mercato: possibilità di cedere l’energia direttamente tramite un trader o sul mercato libero.
Autoconsumo istantaneo: valorizzazione immediata dell’energia prodotta e consumata sul posto, resa più interessante dall’abbinamento con sistemi di accumulo.
Comunità Energetiche Rinnovabili: nuova frontiera che consente di condividere l’energia prodotta all’interno di configurazioni collettive (condomini, enti locali, cittadini), beneficiando degli incentivi previsti dal decreto CER.
Il ruolo di installatori e comuni
Installatori e amministrazioni locali hanno una finestra temporale limitata per informare i clienti e orientare le scelte:
Finalizzare entro maggio 2025 eventuali impianti ancora in fase di autorizzazione che vogliano accedere allo SSP.
Iniziare a comunicare con chiarezza che dal 2026 lo SSP non sarà più disponibile, evitando fraintendimenti.
Accompagnare cittadini e imprese nella transizione verso le nuove formule, in particolare le CER, che rappresentano lo strumento più innovativo e vantaggioso sul lungo periodo.
Un cambio di paradigma
La fine dello Scambio sul Posto segna un passaggio simbolico: dall’era della compensazione differita si entra in quella della condivisione e dell’autoconsumo reale. Un’opportunità per accelerare l’indipendenza energetica delle famiglie italiane e dare impulso concreto alla nascita delle Comunità Energetiche Rinnovabili.
Osservatorio CER seguirà da vicino questa transizione, offrendo analisi, guide pratiche e aggiornamenti normativi per accompagnare cittadini, imprese e PA nel post-SSP.